Orgoglioso servitore della patria, soldato eroico e senza paura, tiratore scelto destinato alle missioni impossibili. Eppure è cambiato tutto dalla parabola di John Rambo in Vietnam. Quarant'anni di guerre e di storia, che il protagonista Bob Lee Swagger porta scritti sulla pelle. Abbandonato come agnello sacrificale durante una spedizione in Africa, straccia giuramento e mostrine, per coltivare la sua amarezza fra gli abeti secolari del West. Fra una battuta di caccia e l'altra legge il rapporto della Commissione sull'11 settembre. Il sogno americano di cui parla è quello infranto dal Golfo prima e il nuovo l'Iraq poi. Il nemico, sembra dirci la sua burbera disillusione, non ha più un volto come ai tempi del comunismo. E' invece tra noi e abita nelle stanze del potere. Riflessione certo non originalissima, che il regista Antoine Fuqua ha però il merito di servirci in un thriller avvincente e ben riuscito. Operazione intelligente, con cui il regista di Training Day e King Arthur mischia le carte in tavola, cavalca gli stilemi del genere e piazza il suo affondo rovesciando le prospettive: azione e tensione fanno da specchietto per le allodole. La forza del film è tutta nella scrittura: dialoghi graffianti e battute al limite dello strafottente, spesso capaci di strappare anche amare risate.

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