John (Richard Gere) ha una vita apparentemente perfetta: un lavoro invidiabile presso uno studio legale, una moglie piacente (Susan Sarandon), una famiglia affettuosa. Ma non può dirsi felice: gli manca qualcosa' Una sera tornando a casa in treno osserva un'avvenente ragazza (Jennifer Lopez) affacciata alla finestra di una scuola da ballo: dopo qualche tentennamento, decide di iscriversi a un corso con l'obiettivo di conoscerla. Ma la sua insegnante non è Paulina, bensì l'anziana proprietaria Miss Mitzi: nonostante questo disguido, John vive una grande passione per la danza all'oscuro dell'intera famiglia. Insospettita dal cambiamento del marito, la moglie assolda un investigatore privato per vederci più chiaro, mentre John decide di partecipare a una prestigiosa gara di ballo. Dai produttori di Chicago, il remake dell'omonima commedia rosa giapponese diretta nel 1997 da Masayuki Suo: le note di produzione sottolineano gli elementi di novità della versione Chelsom, ovvero l'ilarità del contesto danzereccio e soprattutto la tensione verso la felicità di impronta marcatamente americana. Ammesso che siano pregi, è comunque superfluo riscontrarli in Shall We Dance?, film d'occasione, ovvero funzionale al ritorno sulle scene di Richard Gere, in sfavillante tuxedo. Tra tutto-tondi latini (fornisce gentilmente Miss Lopez) e bassorilievi Wasp (la Sarandon ritratta in un focolare domestico senza attizzatoio), ad apparire in tutta evidenza è però il declino di sex-appeal dell'ex-american gigolo, ormai capace solo di innocenti evasioni sul parquet. Più significativamente, il film di Chelsom rivela uno spirito reazionario di fondo: basta una pista da ballo per portare felicità nell'America post-11 settembre? Il "Bush-touch" ha sfiorato anche la "pasionaria" Sarandon? Se il ballo è questo, viene voglia di stare a bordo pista.