Mimmo sta zitto. Se c'è da menare mena. Ma è lampante che quel tipo di vita, quell'aspetto oscuro della sua esistenza, lo abbia poco a poco spento, messo al tappeto. A risvegliarlo da quel gravoso torpore arriverà, inaspettata, la giovane Tania. Stripper online assoldata per un festino dal laido cugino di Mimmo, la ragazza deve essere in qualche modo "salvata". E Mimmo non esiterà a farlo, anche a costo della propria, inutile (?) vita. È un mondo Senza nessuna pietà quello in cui Michele Alhaique immerge i protagonisti della sua opera d'esordio: la Roma cafona e senza scrupoli di palazzinari e strozzini (Ninetto Davoli), di papponi sessuomani e violenti (Adriano Giannini), di delinquenti gasati (Claudio Gioè) fa da sfondo all'incontro tra un uomo solo, invischiato in situazioni losche più per "doveri parentali" che per convinzione, e una ragazzina ad un passo dallo sbando. Appesantito e silenzioso, Pierfrancesco Favino (ingrassato 20 chili per la parte, nonché produttore del film) dà vita ad un personaggio non a caso appeso: ottimo muratore, vorrebbe preoccuparsi solamente di costruire, ma non riesce a smettere di "rompere". Per conto dello zio (Davoli), che l'ha cresciuto come un figlio, va in giro a fare recupero crediti, a spaccare ossa. E Tania (Greta Scarano), che apparentemente ha già capito come fare per arrangiarsi nella vita, diventerà forse la "scusa" che l'uomo cercava da tempo per tirarsene fuori. Il caso, l'imprevisto, li costringerà a trascorrere insieme una notte e un giorno: quanto basta per convincersi che forse un'altra possibilità esiste. Scritto dal regista insieme a Emanuele Scaringi e Andrea Garello, il film è condizionato da una volontà di messa in scena tanto controllata quanto, alla lunga, prevedibile: gli insistiti close-up sui volti, gli insistiti silenzi di Mimmo, qualche eccesso di autocompiacimento, la fotografia illuminatissima di Casalgrandi... Ma Alhaique, è innegabile, ha comunque un'idea di cinema ben precisa, e non manca la capacità di saper tratteggiare con forza il carattere dei personaggi. In questo, una grossa mano la riceve anche dall'attrice-compagna Greta Scarano (era al suo fianco anche in Qualche nuvola, all'epoca entrambi davanti la macchina da presa), talento naturale capace con disinvoltura di arrivare al cuore dello spettatore.Certo, nell'insieme l'operazione dà il meglio di sé nella prima parte, quando tutto è ancora sospeso e trattenuto, ma è altrettanto evidente che l'Italia può dire di aver trovato un nuovo, promettente regista.