Guia, 30 anni, lavora in una importante rivista di moda e si muove abitualmente tra Milano e Parigi. Proprio nel delicato momento in cui sta per cominciare la settimana delle sfilate e tutti sono in fibrillazione, le arriva una telefonata.  Un notaio la informa che è rimasta l'unica erede di una masseria in Puglia e deve recarsi  sul posto per sbrigare le pratiche del passaggio di proprietà. Controvoglia, Guia arriva nel paese, decisa a vendere e quindi a chiudere al più presto ogni problema. Ovviamente le cose vanno in tutt'altra direzione, a cominciare dalla presenza del fattore Renzo, un vedovo con figlio adolescente che vive nella dependance. Segue l'inevitabile incontro con una serie di personaggi del luogo, alcuni più altri meno affabili, tutti in grado di comporre il ritratto di una provincia contadina fatta di sogni e sentimenti non corrisposti. Guia prova a farsi piacere il luogo ma alla fine di Milano prevale. Tornare indietro però vuol dire non essere sola. Al suo fianco c'è Renzo, perché l'amore  prevale.  Il lieto fine (con tanto di compromesso che vede un barcone dove si coltivano cavoli posizionato sullo sfondo della Tour Eifferl) suggella questa ennesima commedia che sceglie di ripristinare il vecchio antagonismo città/campagna.

Lo scontro tra Milano e la provincia pugliese è forse impari ma bisogna fare finta di niente e lavorare su uno scenario dove l'improbabile prende il posto della fantasia e il prevedibile toglie il fiato alla sorpresa. Il copione di Sei mai stata sulla luna? inciampa più volte su semplicistici stacchi di dialoghi, lascia spazio a passaggi poetici un po' incongrui (il personaggio Pino), resta attaccato all'idea della Milano da bere mentre offre un'immagine del tutto bello dentro la masseria e la natura che la circonda.  Certe carenze di sceneggiatura sono ben coperte dalla regia di Paolo Genovese, che sa essere ariosa, leggera, plasticamente poggiata sulla solida disponibilità degli interpreti. Che sono tutti (Raoul Bova, Sabrina Impacciatore, Liz Solari, Sergio Rubini, Neri Marcoré, Giulia Michelini, Emilio Solfrizzi…) "dentro" i rispettivi ruoli, nei momenti in cui restituiscono la realtà e in cui si limitano e riprodurla. Sembra che la commedia italiana voglia ripartire da Pane, amore e fantasia.  Perché la modernità è bella ma anche la tradizione vuole la sua parte.