L'enigmista è morto. Così come Amanda, sua devota allieva. Ma come recita il claim di Saw IV "il gioco continua...". Come, si sono chiesti i molti fan della saga horror più fortunata degli ultimi anni, per la terza volta affidata alla regia di Darren Lynn Bousman? Molto semplice, Jigsaw viene accuratamente ispezionato durante un'autopsia a dir poco "invasiva" e si scopre così che non aveva ancora detto tutto quello che avrebbe voluto... Il primo ad impossessarsi dell'audio/testamento, "gelosamente" conservato nello stomaco dal folle omicida, è il poliziotto Hoffman: ma chi ne pagherà le conseguenze in maniera più diretta sarà il collega Rigg, ossessionato dall'impossibilità di mettere in salvo chiunque si trovi in pericolo. Il gioco, si diceva, continua...
Saw IV arriva da noi mentre in America è quasi pronto il quinto capitolo: indizio di non poco conto per prepararsi, ancora una volta, ad affrontare gli incastri impossibili di un soggetto che dal secondo episodio in poi si sta rivelando potenzialmente infinito. Per molti - serial dipendenti e poco impressionabili - sarà una nuova delizia, per altri (magari chi pensa di vederlo sperando di recuperare in seguito i precedenti tasselli...) una vera e propria croce: ancora flashback - l'immortale Jigsaw/Tobin Bell è rievocato dall'interrogatorio che subisce l'ex moglie (Betsy Russell, ovviamente con non poche cose da nascondere...), il crescendo finale non è altro che la rappresentazione parallela di ciò che non avevamo visto durante tutto il terzo episodio - e personaggi che sbagliando pensavamo superflui a confondere/si in un nuovo mare di sangue. Divertire ci si diverte, ma la sensazione è che i fasti del primo e inaspettato Saw si allontanino con la stessa velocità con cui sta progredendo la saga.