Poco meno di dieci anni dopo Bambole russe, rieccoci alle prese con l'ormai quasi 40enne Xavier (Romain Duris). L'avevamo lasciato a San Pietroburgo, lo ritroviamo a New York. Ha avuto due bambini dall'inglese Wendy (Kelly Reilly), ma la loro unione è arrivata al capolinea. Lei decide di trasferirsi da Parigi per iniziare una nuova vita, lui - che ha ottenuto un buon successo con la pubblicazione di due romanzi (L'appartamento spagnolo e Bambole russe, naturalmente...) - decide di raggiungere la Grande Mela per rimanere vicino ai bambini. Qui ritrova l'amica belga Isabelle (de France), felicemente accoppiata con Ju (Sandrine Holt) e in attesa di un figlio (grazie alla "donazione" dello stesso Xavier) e, poco più avanti, arriverà pure Martine (Tautou), anche lei madre di due bimbi ma sentimentalmente sola... In tutto questo, Xavier deve riuscire a trovare il modo di prolungare la sua permanenza negli States e barcamenarsi con le scadenze imposte dal suo editore per il suo terzo romanzo: Rompicapo a New York...

Cédric Klapisch non riesce a metterci una pietra sopra, non riesce ad abbandonare i "suoi" personaggi, ha l'occhio sincero di chi vorrebbe seguirne le gesta in questo percorso di "maturazione", dall'Erasmus alla vita adulta, continuando a cavalcare l'onda di una globalizzazione che, a parte qualche intoppo di natura politica, continua a caratterizzare Europa e resto del mondo. Ma è il cinema stesso, alle volte, a chiedere di "staccare la spina", a preferire il ricordo piuttosto che l'insistenza. D'accordo, si è voluto attendere una decade per aspettare che i personaggi "invecchiassero", per scoprire che fine avessero fatto, per capire come, dall'epoca spensierata della convivenza universitaria fossero arrivati alle difficoltose dinamiche dell'età adulta. La domanda è: a chi interessava davvero? Poi, per carità, Rompicapo a New York rimane un prodotto fruibile e libero, nella misura in cui il regista francese prova ancora una volta a mescolare cinema e letteratura, cartonati e flashback. Ma è un giochino che ha fatto il suo tempo, che potrebbe andare avanti all'infinito (come la storia di Xavier e il film stesso) e che, proprio per questo, paradossalmente poteva anche non (ri)cominciare.