C'era una volta l'eroe con qualche macchia e senza paura di Die Hard, ma anche per Bruce Willis le primavere passano, e il mood tende al rossastro. No, non è il tramonto, ma Red, “action geriatrico” diretto da Robert Schwentke (Flightplan) e tratto dai comics di Warren Ellis e Cully Hamner.
Willis è Frank Moses, ex agente CIA in pensione: una vita che non deve chiedere mai, tranne qualche tenerezza telefonica all'impiegata Sarah (Mary-Louise Parker). Ma non è d'avorio la sua torre: un gruppo di fuoco cerca di farlo secco, e il nostro Mosè chiama a sé i vecchi colleghi, da Marvin (John Malkovich) a Victoria (Helen Mirren), fino all'ospitalizzato Joe (Morgan Freeman).
Insomma, il mondo va ancora salvato, ma le ricadute sono tanto centrifughe – la cornice è action e, data l'età media del cast (63 anni), nemmeno troppo al ralenti – quanto centripete: come mettere a riposo anni di servizi e segreti, come darsi pace se là fuori ancora si cospira? Interrogativi buoni per un buon film, che mixa ironia sui generis (l'action movie) e rovelli interiori, sventagliate di mitra (la Mirren è cult) e genuini imbarazzi. Per questi eroi acciaccati e indolenti il semaforo è sempreverde, ma canaglia è la nostalgia di Hollywood.