Beata innocenza, il mondo è tuo! L'assunto alla base di Racconti incantati - ultimo passatempo per famiglie targato Disney (e diretto dal fedele Adam Shankman) - è di una trasparenza cristallina. Un tripudio alla vecchia morale "Mickey Mouse", senza macchie né strappi, buonista e antiquato. E' la storia di un irriducibile perdente, svagato e stolto, che mette sotto scacco i malfattori col potere della fantasia (le favole della buonanotte che racconta ai due nipotini si avverano nella realtà) e la certezza dei puri (è l'incrollabile fede dei bambini nelle storie dello zio a piegare l'ordine naturale delle cose alla magica anarchia dei sogni).
Le incursioni nel fantasy (con scontati omaggi ai classici americani) sono sciatte, avare di mezzi e d'inventiva, il ricorso insistito agli occhioni del porcellino d'india tradiscono la penuria di altri espedienti, mentre la definizione dei ruoli - buoni da una parte, cattivi dall'altra - cancella ogni chiaroscuro del moderno "cinema per ragazzi".
E se la furbizia non paga, neanche Adam Sandler - tutto smorfie e goffaggine - rende granché. Probabilmente il soggetto non gli ha reso un buon servizio, ma il sospetto è che l'attore non ci abbia messo neppure il mestiere.