“La vita è quel che accade mentre sei impegnato in altre cose”, cantava qualche decennio fa John Lennon. Nella grande tenuta di Ocho Rios, in un Uruguay in cui tutto sembra possibile (ma la location reale è l'Argentina), il giovane ricercatore universitario Omar Razaghi (Omar Metwally) scoprirà l'inutilità dei progetti di vita, lasciandosi andare al flusso di quel che accade. Giunto dal Colorado per convincere gli eredi del defunto scrittore Jules Gund a concedergli l'autorizzazione per la biografia - da cui dipende la sua carriera universitaria - Omar corroderà proprio malgrado i precari equilibri della famiglia disfunzionale in cui è approdato, composta dal fratello omosessuale di Jules, Adam (Anthony Hopkins), dall'algida vedova Caroline (Laura Linney) e dalla giovane amante Arden (Charlotte Gainsbourg), da cui il romanziere ha avuto una figlia.
Ivory dirige un cast di attori in forma strepitosa, che si concede senza remore in prove magistrali, e compone con la consueta maestria le dinamiche di una microsocietà in cui ogni rapporto sottende segreti, compromessi e una strana forma di affetto, una accettazione/rassegnazione reciproca da cui in apparenza tutti sembrano trarre giovamento.
Adattamento dell'omonimo bestseller di Peter Cameron (The City of Your Final Destination, questo il titolo originale del film) a opera di Ruth Prawer Jhabvala (ventennale sceneggiatrice di Ivory), Quella sera dorata è un pacato inno all'imprevedibilità di sentimenti e situazioni, in cui afferrare l'attimo o meno segna la felicità. Non a caso oggetto dell'affannato contendere è la biografia di un uomo morto suicida, autore di un unico, veneratissimo romanzo e di un segreto manoscritto incompiuto, causa della sua débâcle ma anche della rinascita della piccola collettività. Tuttavia il gioco dei simbolismi innescato - quante parole spese per la scarpa di Omar! - pecca di eccessiva chiarezza; un dazio da pagare, evidentemente, alla matrice letteraria. Primo lungometraggio della storica casa di produzione Merchant Ivory dopo la morte (avvenuta nel 2005) del compianto Ismail Merchant.