Mentre nella più elementare delle formule matematiche 2 + 2 fa 4, è difficilmente dimostrabile che sempre, nel cinema, una somma dia l'esatto risultato, quello che per evidenza ci si aspetta. I teoremi funzionano secondo una loro logica interna ma, ahimè, nel cinema la logica non è la stessa. E' variabile. Fa capolino una possibile teoria del caos. Proof, ossia "dimostrazione, prova" di John Madden, tenta appunto di dimostrare, provare che un buon testo teatrale (David Auburn autore, stesso titolo, anno 2000, New York) + un quartetto di sicuri, talentuosi ed acclamati attori (Gwyneth Paltrow, Anthony Hopkins, Jake Gyllenhaal, Hope Davis), fanno un buon film. No, Proof prova, invece, che il cinema, spesso, sbiadisce sotto matematiche ovvietà. Qui una giovane dal comportamento instabile e vogliosa di tanto amore e comprensione e tranquillità ha accudito negli ultimi anni della vita il padre geniale matematico che, vuoi per professione vuoi per natura, instabile lo era diventato del tutto. Esiste anche una sorella, che tenta di raddrizzare le sorti della famiglia proteggendo la consanguinea, volendola per questo deportare per amore da Chicago - ove, dice lei, ci si annoia a morte - a New York, megalopoli assai più divertente. Sbuca nel frattempo un ventiseienne innamorato, che sembra essere all'apice della carriera di scienziato dei numeri. Tutto è pronto, per Catherine, dopo i funerali del babbo. Ma è molto, molto difficile staccarsi dai ricordi e dalla sicurezza degli oggetti e della casetta paterna. Ma, soprattutto, dai quaderni di papà il matematico, che potrebbero nascondere chissà quali preziose dimostrazioni. Mentre il vero "genio" si scoprirà essere qualcun altro, legando il suo nome ad una preziosa dimostrazione che tocca i numeri primi. I dialoghi sono ben congeniati, le tensioni no. I caratteri ben definiti, i loro comportamenti no. Il film abbastanza gradevole, per il concorso no. Hopkins, l'Hannibal delle equazioni, gigioneggia abbastanza; Gwyneth, la lady romantica tutta formule e numeri, se la cava molto bene. Vincerà forse il Nobel, questa volta?