Prime: fondamentale, nella vita, è l'amore. Prime: quello che si cerca è di prima qualità. Prime: lo si vorrebbe vivere nelle condizioni migliori. Prime: è un film sull'amore, la sua necessità, le piccole illusioni e le grandi delusioni. I ricordi e le paure. La passione e l'abbandono. E' una deliziosa e delicata commedia, quella di Ben Younger, ambientata nella molto movimentata e colorata Manhattan multiculturale e sapida, rappresentata da una terapista ebrea che ha come paziente una cristiana wasp impegnata come produttrice fotografica nel mondo glamour della moda. Tra loro, l'oggetto fondamentale di un reciproco e diverso amore e desiderio: David, ventitreenne figlio della prima e amante della seconda, che di anni ne ha ben trentasette. Giulietta e Romeo metropolitani: la matura signora e l'affascinante giovane. Ma su binari diversi che spingono in diverse direzioni le loro vite. Meryl Streep è, come sempre, un'attrice di gran classe che infonde humor nel personaggio grazie ai suoi piccoli tic ed insicurezze, quelli che una psicologa non dovrebbe proprio infondere alle clienti. Uma Thurman ha accettato di fare la fotografa: e anche lei, come elenco - nel film s'intende - di piccole cadute e piccolissime riprese, ne ha riempiti volumi e scaffali. David è sincero, non portato ai compromessi, irresponsabile quanto basta per la sua età. E si pone nel turbine imbarazzato e imbarazzante delle due donne, che non si aggrediscono per educazione ma si temono per necessità. Ritmato e divertente, aiutato dall'ottima musica di Ryan Shore, Prime non esprime falsità: l'amarezza del finale è quella "giusta", quella che spesso ci offre la vita.