Non fidatevi di chi vi dice che è un film ingenuo, un pò schematico e rivolto perlopiù ai bambini: costui ha ragione, ma manca di cuore. Ingrediente, quest'ultimo, essenziale per apprezzare la favola aliena di Planet 51, ideale passatempo per famiglie e prodotto d'animanzione old fashion: narrazione classica e senza sorprese, psicologie cristalline e, in controtendenza, formato 2D! La storia - scritta da Joe Stillman, creatore di Shrek, e diretta da Jorge Blanco - ricalca quella di ET, rovesciandola. Stavolta la creatura venuta dallo spazio è l'uomo, l'astronauta sbruffone Chuck Baker, convinto di essere atterrato su un pianeta disabitato e di potervi piantare liberamente bandiera americana. Non è così e se ne accorgerà a sue spese. I protagonisti sono invece gli alieni, buontemponi che sognano un matrimonio felice, il barbecue con gli amici e serate al drive-in. Lem, Skiff, Neera ed Eckle, gli intrepidi eroi verdastri e gommosi del film, vivono in una versione extratterestre degli anni'50, ricalcati ovviamente su quelli yankee con divertente libertà d'inventario. Ed è questa la cosa più originale e riuscita di Planet 51 che, diversamente, scivolerebbe via tra citazioni ad hoc (Alien, L'invasione degli ultracorpi, Cocoon, per dirne qualcuna), simpatiche macchiette (agli extraterrestri non mancano nemmeno i figli dei fiori e il twist) e morbide punzecchiature all'americanissimo campionario d'epoca fatto di basi segreti, complotti, paranoia e invasioni sempre dietro l'angolo. Più cattivi Stillman & Co. quando prendono di mira la tragica idiozia di militari e scienziati, uniti nel bisogno di trovare un nemico contro cui combattere (la folle sparatoria "tutti contro tutti" del finale è un pezzo d'antologia). Difficilmente i più piccoli coglieranno tutte le implicazioni derivanti dalla morale del diverso: ma se dopo Planet 51 non dovessero avere più paura di ogni alieno, il film avrà reso loro un buon servizio e ripagato i genitori del prezzo del biglietto.