Dopo il passaggio a vuoto con Riflessi di paura, Alexandre Aja torna a dirigere un altro remake di un classico horror. E come accadde per Le colline hanno gli occhi riesce nella non facile impresa di riportare a galla (letteralmente) i temibili Piraña che nel 1978, tre anni dopo Lo squalo di Spielberg, invasero gli schermi grazie a Joe Dante. Oggi, come allora, la formula rimane quella del “b-movie di lusso”, in qualche modo impreziosita dal 3D che, è bene dirlo, non snatura il senso di un progetto volutamente pregno di carne, sangue e vorace ironia.
L'incontrollabile ferocia dei carnivori protagonisti, “riemersi” dalle falde preistoriche del fantomatico Lake Victoria, si scaglia contro qualsiasi corpo vivo (e morto) che incontra, amplificando la soddisfazione (immaginiamo) quando ad essere addentati saranno non tanto i muscoli di corpi scolpiti ma le carnose forme di innumerevoli e scollacciate pin up. E così, divertendosi anche a spappolare la testa di Eli Roth travolto da un motoscafo impazzito durante la notevole sequenza di “panico collettivo”, Alexandre Aja compie il definitivo passo che porta lo spettatore non più ad empatizzare semplicemente con i bagnanti terrorizzati, ma a trasformarsi egli stesso in piranha. Per sbranare quel che resta del cinema.