Chi era Pertini? Sandro Pertini era tante cose. Politico, giornalista, partigiano, è stato il settimo presidente della Repubblica italiana in carica dal 1978 al 1985. Ligure, pacifista e antifascista. Tanti gli hanno dedicato canzoni. Il presidente pop più amato dagli italiani era un grande combattente che ha attraversato il Novecento e le sue più grandi contraddizioni: due guerre mondiali, il fascismo e l’antifascismo, il boom, il terrorismo e le nuove speranze economiche e sociali della prima metà degli anni ottanta.

Nel doc Pertini il combattente, diretto da Graziano Diana e Giancarlo De Cataldo, lo scrittore, come narratore presente in scena, incontra testimoni illustri della vita e dell’eredità di Pertini: Giorgio Napolitano, Emma Bonino, Gad Lerner, Eugenio Scalfari, Domenico De Masi e Gherardo Colombo, ma anche personaggi dello spettacolo e dello sport come Antonello Venditti, Raphael Gualazzi, Ricky Tognazzi e Dino Zoff. Ne nasce un inedito mosaico di racconti e pareri, impreziosito dai dialoghi del regista con un gruppo di giovani, rappresentativi di una generazione alla ricerca di modelli di riferimento, ma spesso sprovvista degli strumenti per conoscere e ricordare. Nei ricordi dei ragazzi Pertini lo collegano al disegno di Pazienza o all’incidente di Vermicino, un caso di cronaca italiana del 1981 in cui perse la vita Alfredino caduto in un pozzo, chi lo ricorda che fuma la pipa e chi mentre esulta ai gol dell’Italia. Amatissimo da tutti, è diventato una specie di eroe popolare. D’altronde come lui stesso diceva: “Non sono il massimo, ma sono il massimo disponibile”.

Sicuramente ora è il simbolo di una politica che non esiste più. La nostalgia è tanta, ma la speranza è l’ultima a morire e per usare un’altra delle sue frasi: “Non si può smettere di sognare perché i giovani hanno il diritto di sognare”. Aspettiamo fiduciosi un altro Sandro.