“Mi chiamo Daniel Lugo, e credo nel fitness”. Questa è una storia vera: Michael Bay ce lo ricorda all'inizio e verso la fine del film. E fa bene, perché quella cui assistiamo assume progressivamente i contorni di un'incredibile, irresistibile fiera del grottesco. Body builder e personal trainer della Florida, Lugo (Wahlberg) vuole essere un “vincente”: per farlo, pensa bene di coinvolgere altri due culturisti (Johnson e Mackie) e rapire un facoltoso cliente (Shaloub), facendosi intestare un'enorme quantità di beni. La reazione a catena che scateneranno sarà devastante.
Ci voleva poco, forse, ma Pain & Gain è senza alcun dubbio il miglior film di Michael Bay in quasi vent'anni di carriera (da Bad Boys ai vari Transformers, passando per Armageddon e The Island): scorretto e divertente, eleva la fisicità dei tre protagonisti contrapponendola a cervelli sottosviluppati marchiati dalla peggiore deriva che può prendere l'american dream.
Leggermente lungo (129' sono troppi), indubbiamente grosso (steroidi a gogò), il film non fa sconti a nessuno e non si preoccupa di eccedere nei giudizi di merito: “Vennero condannati per tutto tranne che per la loro idiozia”, dirà l'investigatore privato interpretato da Ed Harris. Dategli torto.