Difficile il mestiere dei buoni. Somiglia a un'arrampicata su una vetta che balla. Chiedetelo a Miloud (Jalil Lespert), tanto giovane da spendere una vita per gli altri, faccia di bronzo e coraggio, presuntuoso senz'altro. Giunto da Parigi a Bucarest nel 1992, Miloud, professione clown di strada, progetta un mese di vacanza solidale. Ovvero, con l'aiuto di un assistente sociale rumeno e una italiana si butta anima e corpo nel recupero dei "boskettari", bambini che vivono come bestie sotto i canali della capitale rumena. Impietosi malfattori, sniffatori di colla e vittime di pedofili e ricettatori, questi ragazzi sono l'ennesimo lascito della mafiocrazia di Ceausescu, sommersi e dannati, membri di una famiglia che non c'è più e di una società che non li vuole. Camuffato da pagliaccio questo novello "Patch Adams" conquisterà a fatica la loro fiducia insegnandogli l'arte del gioco, il rispetto per se stessi e forse un lavoro. Basandosi sulla vera storia di un clown francese che spese 12 anni della sua vita in Romania tra i "boskettari" di Bucarest, Marco Pontecorco, figlio del celebre Gillo, esordisce nel lungometraggio con un'operetta morale dove le premesse, una volta tanto, valgono più dei risultati. Più adatto forse alla forma documentaristica che a quella di finzione, Parada (il titolo è il nome del gruppo circense che Miloud ha fondato insieme ai suoi piccoli straccioni) è classico cinema di denuncia finalizzato ad esaltare i valori umani più alti, pastorale più che morale, didascalico ma condivisibile. Pontecorvo non rifugge pietismi e lacrime, ma la partecipazione con la quale tratta i suoi personaggi è autentica e non ricattatoria. Diverso il discorso per quanto riguarda la resa espressiva, poco ispirata e a formato televisivo. Un elemento che se non pregiudica l'utilità del film (specialmente in funzione didattica o di sano intrattenimento), ne comprime però l'efficacia, lasciandoci la sensazione che con una materia del genere si sarebbe potuto osare di più. Ma come per i buoni, anche quello dei registi non è il più semplice dei mestieri.