Lei ha una voglia che le deturpa il viso. Lui è cieco. La bilancia della sfortuna sembra pendere dalla parte maschile, ma non è così. L'approccio alla realtà è più ostico per Francesca (una misurata Anita Caprioli) costretta a occultare la macchia - quasi percepita quale colpa - per esigenze relazionali e professionali. La salvezza viene dall'accesso al mondo altro di Luca (l'empatico Ignazio Oliva), monco di un senso ma con un surplus di sensibilità. Le Onde dell'esordiente Francesco Fei riconsegnano alle rive della nostra visione questo incontro, costruito sulla mancanza per sopperire all'assenza: di sé e dell'altro. Una struttura poetica improntata a fragilità e levità regge fintanto che non è appesantita da sovrastrutture didascaliche o enfatiche. Cosa che Onde riesce a evitarsi, salvo incorrere in alcune spiacevoli cadute: l'esperienza della cecità momentanea per la ragazza durante un blackout, il contrappunto musicale debordante sia sul piano della storia che del racconto. Fortunatamente il film ha forza sufficiente per scrollarsi di dosso questi fardelli, affidandosi all'alta e bassa marea sui lidi della coppia. Qui la sintassi filmica si appoggia a quella relazionale senza temere pause e tentennamenti, ovvero cercando la descrizione dell'attimo umano in una Genova stretta e liquida. Non è poco, ancor più nel panorama cinematografico nazionale: sono Onde che meritano un approdo.