Non è semplice ricordare un premio festivaliero tanto importante, assegnato a un film che lo ha meritato meno di questo: Touch Me Not, opera prima della regista rumena Adina Pintilie, ha vinto a sorpresa l’Orso d’oro al Festival di Berlino 2018 ed è davvero un’impresa ardua capire come la giuria l’abbia scelto per l’onorificenza principale della kermesse.

Mescolando realtà e finzione, alternando il registro drammatico al linguaggio del documentario, la giovane autrice dà vita a un pasticcio mal assemblato e costruito a tavolino, con al centro diversi personaggi, tra cui una donna di mezza età che non riesce ad avere alcun contatto fisico con altre persone. Persino un semplice sfiorarsi dei corpi le è intollerabile.

Un tema delicato che avrebbe meritato un diverso approfondimento e che, invece, viene superficializzato da un prodotto furbo, dallo sguardo manipolatorio e incapace di far empatizzare lo spettatore con le situazioni mostrate. La regista (sbagliando anche in questo caso) si sente protagonista e interviene nella narrazione, cercando di apparire come un’intellettuale molto coraggiosa e risultando invece soltanto presuntuosa nella sua messinscena totalmente artefatta.