Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Antonietta De Lillo, alla raccolta di racconti di Raymond Carver, giustappone un punto interrogativo e risponde con quel che troppo spesso diamo per scontato: il noi. Amore, amare è un noi. Dunque, anche il filmare, il cinema: Oggi insieme domani anche è un film partecipato, in cartellone al 33° Torino Film Festival.

Filmaker e non, tutti hanno portato il proprio contributo, diremmo, il proprio amore, con formati, registri e occasioni diverse: repertorio, home movies, documentari, animazione, reportage, tutto confluisce in una Gestalt cine-sentimentale, che è più della somma di queste parti. Montaggio delle attrazioni, e delle confessioni.

Già quattro anni orsono, con Pranzo di Natale, De Lillo aveva sperimentato la partecipazione fatta film, ora affina la formula, facendo della pluralità dei contributi singolarità ideologica, poetica e, sì, sentimentale: sono passati 40 anni dal referendum sul divorzio e dai Comizi d’amore pasoliniani, ed è bello, quantomeno interessante e civile, scoprire l’evoluzione del rapporto di coppia, tra famiglie allargate, relazioni omosex, sesso nella terza età, su Internet e via dicendo.

Ci sono esempi di vita, teorizzazioni e testimonianze, gioia e tragedia, soprattutto, battute, lacerti, intermezzi personali e privati che lasciano il segno, coniugando l’amare e declinando l’amore nel nostro qui e ora: crisi economica e disoccupazione, immigrazione e integrazione, disgregamento della famiglia tradizionale e, lamenta l’anziano Sempronio, “l’amore? Oggi è un puttanismo, uno schifo”.

Film e protagonisti triangolano con un sentimento variabile, volubile e totalizzante, che può essere una scarpa comoda, un vibratore o un “fondamentalmente è un vile” detto senza cattiveria (Luisa Adorno) all’uomo con cui vive da sempre. In fondo, è semplice: amatevi e filmatevi.