Chi non si è mai perso un oggetto? Che più lo si cerca e meno lo si trova. E' quello che accade a Guido (Roberto Farnesi), protagonista del film Oggetti smarriti, che si perde dentro la propria casa non solo un semplice cacciavite, ma Arianna (Ilaria Patanè), la propria figlia di sei anni!
L'architetto quarantenne tutto preso da belle donne e auto costose, da poco separato, cadrà nella disperazione più totale alla ricerca della figlia. Per fortuna esiste un Ufficio Oggetti Smarriti, fatto apposta per aiutarti a ritrovare quello che hai perso, con tanto di centraliniste (Giorgia Wurth) e finte vicine di casa (Chiara Gensini). E una voce narrante (Michelangelo Pulci) che illustra varie regole per ritrovare l'oggetto smarrito: l'oggetto è scomparso può essere che sia dove doveva essere oppure è coperto oppure bisogna tornare indietro nel tempo smettendo di cercarlo disperatamente. Ma le pratiche sono molto più complicate per chi non ha smarrito un oggetto, ma se stesso e le cose importanti della vita come nel caso di Guido, che passando attraverso la solitudine, la paura, la confusione e lo smarrimento riuscirà per fortuna a non essere più un oggetto smarrito.
Tra commedia e fantasy, Oggetti smarriti, diretto dal regista Giorgio Molteni e scritto da Giorgio Fabbri (che si è ispirato al metodo delle sette regole per trovare un oggetto, articolo letto su un sito e trasformato in una sceneggiatura) è un film innovativo nella sua commistione di generi, che riesce a divertire con pochi mezzi (è quasi interamente girato all'interno di un appartamento a Savona). E anche grazie alla bravura di Roberto Farnesi (volto noto della tv, che con questa prova si smarca definitivamente) ci porta con ironia nella contemporaneità di un padre scostante e assente che si è perso nel labirinto della sua mente e nella propria confusione, insegnandoci una grande lezione di vita: a volte bisogna perdersi per ritrovarsi.