Timido orfanello cresciuto insieme ad altri bambini nel Golden Wonton Restaurant, Norbit (Eddie Murphy) viene forzatamente "adottato" dalla vigorosa e coetanea Rasputia (Eddie Murphy) all'età di nove anni. Non appena adulti si sposeranno, ma Norbit - letteralmente soffocato dalla mole e dall'arroganza della donna - continua a sognare l'amore perduto di quando era più piccolo, Kate (Thandie Newton), persa di vista ormai molti anni fa. Quando la ragazza torna in città, con l'intento di rilevare il vecchio orfanotrofio ancora gestito dall'anziano signor Wong (Eddie Murphy), Norbit comincia a sperare in una nuova vita. Ma Rasputia non è sulla stessa lunghezza d'onda... Ennesima operazione incentrata sul trasformismo di Eddie Murphy, ancora una volta triplo protagonista e improbabile donnone over 150 kg, Norbit (da lui stesso scritto - insieme al fratello Charles Q. - e prodotto) segna forse uno dei punti più bassi mai raggiunti dalla recente (e non) filmografia comico/demenziale di matrice statunitense: improponibili gag per cercare di accompagnare un plot a dir poco infelice, soliti luoghi comuni per tentare di strappare qualche risata e discutibili "trovate" si sovrappongono, affossando ancora di più, se possibile, il già "trasparente" lavoro di Brian Robbins, regista capace in passato di altrettanti, mirabili "capolavori" (Shaggy Dog... Papà che abbaia... non morde l'ultimo in ordine di tempo). Discorso a parte, poi, andrebbe fatto per l'edizione italiana del film, curata ovviamente da Tonino Accolla, "voce" di Eddie Murphy (anche in questo caso polifonica, come dai tempi de Il principe cerca moglie) da oltre venticinque anni. Ma sarebbe oltremodo ingeneroso, considerando che forse, stavolta, non è questo il peggiore dei mali.