“Facciamoci un film, sulle nostre malattie; dove si rida, anche; anzi: soprattutto. E lui, per tutta risposta: ‘Ma un film l'avremmo già dovuto realizzare… Ce l'eravamo detti in Islanda, nel viaggio del 1985. Ricordo perfino il titolo: Noi non siamo come James Bond'”.
Parla il regista Mario Balsamo, “lui” è il suo fraterno amico Guido Gabrielli, a tenerli insieme è anche il cancro. L'hanno avuto tutti e due, e cozza con quel che rappresentava il loro eroe: l'immortalità fatta persona. Mario e Guido quel film ora lo vogliono fare davvero, ma la sceneggiatura è cambiata: sotto lo smoking il cancro, il senso della vita all'occhiello, l'amicizia a mano armata.
Partono in una Mini d'epoca presa in affitto come i tuxedo, e il road movie è dell'anima: la spiaggia che li ebbe giovanissimi a Sabaudia, la Perugia off Umbria Jazz, il Bosco degli Spiriti Introspettivi a Borgotaro. E la memoria che preme sui soliti tasti, rewind e flashforward, ma senza cancellare nulla: Mario e Guido viaggiano nel tempo, trovando domande inevase, risposte puntute, il tira e molla di due spiriti affini, due amici per la pelle, quella che entrambi rischiavano. E, sì, trovano anche Sean Connery, il loro James Bond. E ora possono dirlo: non non siamo come lui. O forse sì?