Nerve è un nuovo gioco online i cui partecipanti si suddividono in osservatori e giocatori: i secondi devono superare sfide, man mano sempre più pericolose, escogitate dai primi sulla base delle informazioni condivise dai giocatori sui rispettivi profili social. La timida liceale Vee, iscrittasi come giocatrice nella speranza di acquisire visibilità presso i propri coetanei, si ritrova in questo modo catapultata nella notte newyorkese tra luci al neon e folle anonime armate di smartphone pronte a documentare le sue imprese in diretta. Pardon, in streaming.

Diretto dalla coppia Henry Joost e Ariel Schulman, Nerve è un film (in mancanza di definizioni migliori), che potrebbe dirsi proverbiale per la sproporzione dimostrata tra le ambizioni (rappresentazione e critica della vita contemporanea trasferita sui social network, soprattutto in tempi di Blue Whale) e la straordinaria insulsaggine della realizzazione. Sorretto da un’asfissiante colonna sonora di pop-spazzatura, girato con ritmi videoclippari e sequenze da videogioco (d’altro canto è di questo che si parla e, dunque, la cifra stilistica è paradossalmente corretta), è un perfetto esempio di trash odierno e, a dirla tutta, neanche tanto divertente.