Un giorno nella vita di una manifestante algerina. E' Nardjes A. di Karim Aïnouz, doc interamente girato con uno smartphone nell'arco di ventiquattrore che racconta la manifestazione del movimento Hirak svoltasi ad Algeri l'8 marzo del 2019 in occasione della Giornata Internazionale della Donna.

Libertà, giustizia e dignità chiedono le persone che protestano per l'Algeria e per ogni singolo algerino battendosi contro l'oppressione e la paura. Giovani, anziani, bambini, sventolando le bandiere del loro paese, rosse e verdi con le mezzelune e le stelle a cinque punte, sfilano e si riversano per le strade l'uno al fianco dell'altro e uniti in questa lotta comune.

Una lotta che viene filmata e ripresa in tutta la sua potenza da Karim Aïnouz, che con questo documentario, presentato in anteprima mondiale alla Berlinale 2020 nella sezione Panorama e ora al Med Film Festival, ci mostra questo movimento giovanile pacifista che chiede un futuro democratico.

Attraverso gli occhi gioiosi, il sorriso e le lacrime "per la troppa emozione" di Nardjes entriamo dentro quella rivolta popolare sfociata nella "Rivoluzione del sorriso", che scoppiò in Algeria il 16 febbraio del 2019 quando il vecchio presidente Abdelaziz Bouteflika decise di candidarsi per un quinto mandato, violando così la Costituzione.

Il pluripremiato regista brasiliano de La vita invisibile di Euridice Gusmao ci immerge in una nuova storia di emancipazione femminile e si fa testimone con il suo Iphone di una generazione decisa a combattere per i propri diritti e per un paese migliore.

Sarà che con il Covid non siamo più abituati a vedere migliaia di persone assembrate e unite da un sentire comune, dal medesimo senso di appartenenza, o anche che al cinema spesso le manifestazioni sono ricostruite (e si vede), ma qui la forza delle immagini (anche se dato il mezzo usato ovviamente la risoluzione non è delle migliori) è davvero sorprendente. Da vedere.

Vincitore del Premio Amnesty International