Faccenda del caglio: non è una bufala. Succede a Caserta, giorni nostri o giù di lì (il film inizia alla fine dei '90). Nella città della reggia impazza la guerra della mozzarella. E' la concorrenza cinese, che non fa sconti a nessuno e tutto svende, mandando in malora antiche imprese e redditizie, bufale DOP comprese (etichetta che in Campania – scopriamo – vale doppio: indica l'origine dei famosi derivati del latte di vacca, e la “protezione” di cui godono i suoi produttori ammanicati con la camorra). Per alcune famiglie il deprezzamento della mozzarella, a fronte di un pizzo da pagare sempre più esoso, è un cataclisma universale. Salta tutto: interessi, matrimoni, teste.
Sullo sfondo poi si agita un rettilario di cantanti neo-melodici, traditori e viscidi e pallanuotisti falliti, mentre dietro l'esordio di De Angelis si sente Kusturica (produttore) – ovvero congenita follia trattenuta da eleganza formale – e parecchia scuola campana: Mozzarella Stories è noir, commedia, musical e mafia-movie. Piacerebbe a Martone prima maniera. La morale è che non si salva nessuno, donne a parte. Giganteggia un cast di soliti ignoti. E muoiono tutti. Eccezion fatta per il film: slabbrato, colorato, eccessivo. In una parola: vivo.