La carriera dietro la macchina da presa del caratterista Thomas McCarthy sta diventando sempre più degna di attenzione. Dopo il delicato The Station Agent con Patricia Clarkson e il soffuso L'ospite inatteso - che regalò la nomination all'Oscar a un grande attore quale è Richard Jenkins - il nuovo Mosse vincenti dimostra definitivamente come il cineasta sia capace di raccontare storie di tutti i giorni, personaggi assolutamente comuni con una sensibilità per il quotidiano che pochi altri registi indipendenti al momento posseggono.La trama principale del suo ultimo film propone una storia di certo non originalissima ma ben sviluppata e soprattutto funzionale alla delineazione di psicologie e sentimenti, mostrati con lucidità e pudore. Al centro della vicenda Mike Flaherty, avvocato in difficoltà economiche che lascia credere di poter prendersi cura di un anziano affetto da demenza soltanto per poter usufruire della retta destinata ai tutori. Alla fine si troverà a confrontarsi anche col suo problematico nipote, un adolescente dalla vita familiare a dir poco disastrata.Mosse vincenti è un film che ha in un gruppo di attori affiatati e convincenti il suo principale punto di forza: tutti riescono ad approfondire i rispettivi ruoli con sincerità e calore umano. Paul Giamatti nei panni di Mike dimostra come sempre una padronanza ammirevole quando si tratta di esprimere emozioni forti senza ricorrere all'istrionismo forzato. Siamo di fronte a uno degli attori più misurati e poliedrici della sua generazione, e questo ruolo lo conferma in pieno. Accanto a lui comprimari pressoché perfetti come Amy Ryan, Jeffrey Tambor, Melanie Lynskey e Nina Arianda, con una menzione speciale per il “grande vecchio” Burt Young.Se cercate cinema intimista e vero, che mostra le difficoltà e i compromessi che il cittadino qualsiasi deve fronteggiare in un momento difficile come quello che stiamo attraversando, Mosse vincenti è il film che fa per voi.