Paradosso: assoldare un sicario per farsi uccidere. Coraggio… Fatti ammazzare, direbbe l’ispettore Callaghan. Ma l’idea risale addirittura al 1944, a Nessuno sa il proprio destino di William Castle. Forse il film più famoso in questo campo lo ha girato Aki Kaurismäki, il poeta del cinema scandinavo, con Ho affittato un killer. Dalla sua Finlandia si spostava nell’Inghilterra degli anni Ottanta, realizzando una commedia “operaia”, ispirata ai classici della Ealing.

L’intuizione di partenza non cambia, anche nel 2018, con Morto tra una settimana... O ti ridiamo i soldi. Le imposizioni della Thatcher a cui accennava Kaurismäki non ci sono più. Per arrivare a fine giornata non bisogna fare “spogliarelli” in stile Full Monty, ma il “mal di vivere” è duro a morire. William è un ragazzo di vent’anni: aspirante romanziere alla ricerca di un editore. Nessuno vuole pubblicare il suo libro, e lui prova più volte a suicidarsi. Ma senza successo. L’unica soluzione è rivolgersi a un killer professionista, con il volto di Tom Wilkinson.

 

Costui è un assassino, ma con i problemi della gente comune. Non vuole andare in pensione, si identifica in pieno con il suo lavoro, non vuole smettere di sentirsi giovane. Dall’altra parte, il protagonista fatica ad affrontare le sfide di ogni giorno, la durezza della società moderna. La vittima e il carnefice finiscono con l’assomigliarsi. A livello anagrafico sono agli opposti, ma condividono la difficoltà di stare al mondo. L’uno sfoga la propria rabbia con la pistola, l’altro si sente solo, insignificante. Tormenti “adolescenziali” che incontrano e si scontrano con la senilità.

Il tutto raccontato con il classico humour inglese: si ride, a denti stretti. I toni virano al grottesco, si scherza su temi anche seri, si esalta il politicamente scorretto. E l’Inghilterra? Viene descritta come il regno della noia: le case tutte uguali, le persone chiuse e distanti, il solito tran tran senza spiragli.

 

L’unica creatura tranquilla sembra essere la moglie del “cattivone” (appassionato di natura e animali), dedita al ricamo e alle faccende domestiche. Ma anche lei riserva qualche sorpresa. Tra l’uncinetto e l’ispettore Barnaby per televisione, sa anche usare molto bene i coltelli… Morto tra una settimana... O ti ridiamo i soldi ha come primo obiettivo quello di divertire. Mescola i generi, rivela un’anima romantica, e strizza l’occhio anche al western, con un “duello” in cucina da brividi. E oltre all’entertainment cerca anche di far riflettere sul tempo perduto, sull’importanza di godersi ogni istante.

La morte incombe, un pianoforte potrebbe caderci in testa da un momento all’altro, quindi bisogna lasciare spazio alle passioni, evitare di reprimerle. Fresco, vivace, il film non nasconde il suo spirito “furbetto”. Ammicca alla platea quando serve, non regala grandi colpi di scena, ma conquista con le atmosfere da black comedy e il talento di Wilkinson. Esordio alla regia per Tom Edmunds.