Quando a metà del 2011 uscì nelle librerie americane il romanzo Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children di Ransom Riggs, in molti pensarono che avrebbe potuto essere il soggetto di un film di Tim Burton.

Un’idea che si è concretizzata dopo pochi anni, con produzione 20th Century Fox e sceneggiatura a firma di Jane Goldman, già autrice degli script di Kick-Ass e X-Men: Giorni di un futuro passato.

Al centro della trama c’è il giovane Jake, adolescente a cui il nonno ha sempre raccontato di un mondo magico e di bambini dai poteri speciali fin da quando era piccolo. Prima di morire in circostanze misteriose, il nonno gli lascia degli indizi su come raggiungere quel posto che per Jake era soltanto un luogo di fantasia.

Freaks, mondi fantastici, atmosfere dark: c’è tutto l’immaginario burtoniano in questo racconto più per adolescenti che per adulti, dove soltanto chi è speciale può avere un posto nella casa di Miss Peregrine (affascinante, ma non sempre intensa al punto giusto Eva Green).

Jake, infatti, durante questo percorso di formazione e di passaggio all’età adulta scoprirà di non essere “normale” ma solo grazie a un potere che non pensava di avere (riuscire a vedere i demoni) contribuirà a proteggere i bambini speciali.

Avvincente nelle prime battute, la narrazione si fa un po’ confusa quando s’inizia a parlare dei loop temporali ed eccessivamente caotica verso la conclusione. La metafora della minaccia nazista come il vero mostro da combattere (Miss Peregrine salva ogni giorno la sua casa dai bombardamenti “bloccando” il tempo e facendo ripartire la giornata daccapo) funziona, non è troppo originale ma riesce comunque a risultare efficace. Più debole è invece il lato fantasy della vicenda, che non va molto oltre le suggestive caratterizzazioni dei bambini speciali.

Nella sequenza in cui il tempo si ferma ad alcuni potrà venire in mente uno dei momenti più belli dello straordinario Big Fish, ma quei tempi per Burton sono lontani e il suo talento visivo in quest’ultimo film si rileva soltanto a tratti.