Il precedente è Milano ’83, film realizzato da Ermanno Olmi nella serie Capitali culturali dell’Europa, presentato alla LX Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1983, quindi al Festival dei Popoli di Firenze (2-10 dicembre 1983) e infine messo in onda il 5 marzo 1984 su RaiTre. In quella occasione Olmi sottolineò la necessità di recuperare il senso della Civitas.  Trascorso il decennio della Milano da bere e quello successivo (anni ’90) di Mani Pulite, andate in cantiere la Prima e la Seconda Repubblica, a Terzo Millennio inoltrato, si è affacciata l’idea di tornare a guardare Milano: certo sulla spinta del contemporaneo EXPO che catalizza l’attenzione internazionale sulla città, ma più in generale per capire meglio lo stato delle cose.

Cristiana Mainardi ha coordinato il soggetto secondo la prospettiva di affidare a più sensibilità una nuova ricerca su Milano 2015. Sguardi differenti per cogliere prospettive inedite e misurarne gli effetti sulla contemporaneità. Il risultato è in 6 episodi, affidati ad un gruppo  a dire il vero molto eterogeneo di autori, che comprende Elio, Roberto Bolle, Silvio Soldini, Walter Veltroni, Cristiana Capotondi, Giorgio Diritti. Rappresentanti di altre arti affiancano esponenti di cinema di consolidata e più recente professionalità. Si comincia con la Milano multietnica del giovane imprenditore cinese e si finisce con le parole timide e quasi accorate di alcune suore di clausura.  In mezzo  sguardi sulla Scala, sui giovani ‘nuovi’ italiani, sul velodromo Vigorelli, sul Corriere della Sera.  Insomma una Milano che non vuole perdere vecchi valori ed è consapevole di trovare nuova ricchezza nella modernità.  Si tratta di un punto della situazione non esaustivo ma opportuno. In vista del prossimo capitolo.