“Se una cosa non viene messa in scena, oggi non esiste”. Dopo quel piccolo successo che è stato Noi non siamo come James Bond (Premio speciale della giuria al 30° Torino Film Festival nel 2012), Mario Balsamo torna su temi autobiografici con l’opera seconda Mia madre fa l’attrice. Vittime e carnefici di un rapporto irrisolto e conflittuale, un figlio 52enne e una madre 85enne trovano nel cinema un punto di contatto: lui, Balsamo, è un regista; lei, Silvana Stefanini, è (stata) un’attrice, soprattutto ne La barriera della legge (1954) al fianco di Rossano Brazzi, ora vogliono rivelare se stessi e rivedere il proprio rapporto specchiandosi in un documentario. Mentre Balsamo cerca di recuperare quel “famoso” film, incomprensioni, recriminazioni e non detti lasciano il passo: figlio e madre si tuffano nella vita che (non) hanno vissuto, ritrovano, rispettivamente, il padre e il marito nei casinò, fanno (lei) provini per Carlo Verdone, cercano un senso condiviso, filiale e materno insieme. Un piccolo film, surreale ed emotivo, eppure non trascurabile: il privato di Mario e Silvana si fa pubblico; nel buco della serratura il nostro occhio si scopre riconoscente. Perché non siamo solo comparse.