Si potrebbe partire da American Tabloid di James Ellroy. Raramente gli anni Sessanta in un romanzo sono stati raccontati con tale ferocia, sottolineando il falso perbenismo, i sorrisi di facciata che ostentavano giustizia ma nascondevano criminalità. Luci e ombre dell’FBI di Hoover, come abbiamo visto anche in J. Edgar di Clint Eastwood.

Il titolo del documentario di Sam Pollard è già una resa dei conti: Martin Luther King vs FBI. Scontro tra titani, che rivela una delle pagine più cupe del Bureau. Impostazione western, come se fosse un duello al sole. Da una parte una delle figure più importanti di sempre per quanto riguarda i diritti civili, dall’altra l’ordine, il controllo, il protettore che si fa nemico. Risuona imperioso il titolo del bellissimo doc di Raoul Peck del 2016: I Am Not Your Negro. La questione razziale si riversava sullo spettatore.

 

Pollard segue l’insegnamento di Peck. Costruisce il film sull’immagine distorta, su quello che l’FBI avrebbe voluto che King apparisse: un impostore, un bugiardo. La campagna diffamatoria passa attraverso le presunte infedeltà del Premio Nobel per la pace, fino ad arrivare all’accusa di aver assistito a uno stupro durante un’orgia. Qual è la verità? Al momento non è possibile saperlo, i nastri delle intercettazioni saranno desecretati nel 2027. Pollard, oltre a condannare l’operato dell’FBI, si interroga sulla post-verità, sugli eventi artefatti, modificati. Proietta il nostro presente negli anni Sessanta. E di conseguenza ci domanda come accoglieremmo oggi il messaggio di Luther King.

Contemporaneo vs passato, Martin Luther King vs FBI. Chi rappresenta l’oggi? La Storia è andata avanti, il razzismo resta. Sullo schermo lo sanno bene Spike Lee, di cui Pollard è collaboratore, e la nuova onda del cinema black. Ava DuVernay ha realizzato nel 2016 il fortissimo XIII emendamento (lo trovate su Netflix), dove tracciava con lucidità il tragico progredire della discriminazione negli Stati Uniti. La macchina del fango descritta da DuVernay è la stessa di Pollard.

Si colpisce chi insegue il cambiamento, perché il diverso continua a fare paura. Martin Luther King vs FBI ha un ritmo straordinario. Pollard si destreggia tra decine di ore di materiale d’archivio, regala uno spaccato tragico e convincente sulla nascita di una nazione, sul declino delle istituzioni. Con mano sicura crea un’atmosfera da thriller, brilla nel raccontare gli opposti e sensibilizza su temi sempre attuali. In sala il 14, 15 e 16 febbraio, distribuito da Wanted Cinema.