Non è Porco Rosso (il maiale ex aviatore dell’omonimo film d’animazione di Miyazaki), ma è Portorosso, un borgo di fantasia delle splendide Cinque Terre, il vero e proprio protagonista di Luca (su Disney+ dal 18 giugno). Primo film Pixar con una location tutta italiana e diretto da un italiano: Enrico Casarosa.

Genovese di nascita, trasferitosi negli Stati Uniti per fare esperienza nel mondo dell’animazione, impiegato prima presso Blue Sky Studios (L’era glaciale) e poi cresciuto sotto l’ala di Pixar dove ha realizzato alcuni storyboard di Ratatouille, Up e Coco e dove ha scritto e diretto il cortometraggio animato La Luna (2011), candidato all’Oscar.

Fanno da sfondo a questa storia le meravigliose scogliere a picco sul mare e le splendide acque cristalline della Liguria. Luca è un mostro marino con la coda verde e blu, che, come La Sirenetta, sogna di poter andare in superficie alla scoperta del mondo degli umani.

Insieme al suo amico Alberto, un altro mostro marino, vorrebbe superare quel confine e quel limite proibito.

A vietarlo non vi è più l’imponente Re Tritone, ma vi è comunque un altro padre parecchio distratto, e vi è anche una mamma piuttosto apprensiva che teme “pesciolino curioso finisca in padella”. C’è perfino una nonna, che ricorda vagamente la strega del mare Ursula, ma versione buona. Tante le somiglianze con il film Disney del 1989 ispirato alla fiaba del danese Andersen, ma anche tante le novità di questa storia tutta italiana.

A cominciare da quegli elementi nostrani, che il regista non ha mai dimenticato, dalla tipica pasta al pesto, ai gelati e alle corse in vespa con tanto di scolapasta in testa. Per proseguire con la colonna sonora, firmata dal compositore Dan Romer (Re della terra selvaggia), ricca di musica lirica e di canzoni anni sessanta dei nostri grandi cantautori da Edoardo Bennato (Il gatto e la volpe) a Mina. E poi ancora, ovviamente solo nella versione italiana, le voci di attori che hanno doppiato alcuni personaggi come Luca Argentero, Orietta Berti, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

La paura del diverso, l’accettazione dell’altro da sé, la ricerca della propria identità e della propria autonomia, l’importanza dell’amicizia, ma soprattutto la curiosità verso il mondo (in generale verso quell’universo fatto di tanti pianeti e di miliardi di stelle che Luca scoprirà grazie al libro della bambina Giulia, pronta ad accogliere in casa sua i due mostri marini) sono i grandi temi, sempre, anzi più che mai attuali, di questo film. Temi universali, ma comunque italianizzati.

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Sottotraccia vi è anche la nostra letteratura: Pinocchio. Il personaggio nato dalla penna di Collodi, uscito dalla pagina scritta ed entrato nell’immaginario collettivo globale, non solo occidentale. Metà bambino e metà burattino Pinocchio, metà bambino (quando sta in superficie) e metà mostro marino (quando sta in acqua) Luca.

Non c’è la balena, non c’è Geppetto, e non ci sono il Gatto e la Volpe (se non appunto nella canzone di Bennato usata come sottofondo nel trailer del film, esplicito in questo senso l’omaggio del regista). Al loro posto vi sono aragoste, branzini e mostri marini. Ma entrambi, Luca e il mitico burattino, ci insegnano che la conoscenza si raggiunge superando i propri limiti e imparando a camminare sulle proprie gambe (sia per chi le ha di legno che per chi sapeva solo nuotare sott’acqua).

Come Pinocchio, vero e proprio romanzo di formazione, Luca non solo incanta, ma fa anche venire voglia di passare una bella estate in Italia. Da non perdere.