Ossessionato dalla natura diabolica dell'immagine ("Il cinema è un'immagine demoniaca", Deleuze), tema prima adombrato ne L'esorcismo di Emily Rose e poi affrontato apertamente in Sinister, Scott Derrickson decide di far iniziare il suo nuovo Liberaci dal male proprio in una caverna (di Platone?) nel cui antro si nasconde un'incisione in latino, la visione della quale provocherà misteriosi casi di possessione.
Che la caverna in questione si trovi nell'Iraq in conflitto e che a scoprire la luciferina scrittura siano due marine, uno dei quali nelle vesti di cinereporter, è un dettaglio che sottolinea ulteriormente la vocazione metaforica del suo lavoro. Peccato che stavolta l'apparato teorico non venga sostenuto da una sceneggiatura e una confezione adeguata, essendo pasticciata la prima e piatta la seconda.
Tratto dai resoconti di un ex poliziotto del Bronx imbattutosi in presunti casi di manifestazioni demoniache, Liberaci dal male fatica inizialmente a carburare e poi a imboccare una strada tra le tante che gli si aprono davanti: tra l'horror satanico, lo scavo psicologico (il detective segnato dal passato e dalla violenza che prolifera da ogni parte) e il thriller spirituale (in fondo racconta una storia di conversione) sceglie di non scegliere, finendo per essere tutto e niente. Dall'Iraq si passa a New York, dai marine ai soldati di Satana, dalle fatiche del lavoro a quelle familiari, dall'etica professionale alla giustizia di Dio: la matassa di situazioni è quanto mai ingarbugliata. Il bandolo viene perduto presto, mentre il film si smarrisce grossolanamente tra cliché di genere, banalizzazioni teologiche e raccordi narrativi stiracchiati.
A parte due o tre situazioni, mancano brividi autentici e anche la regia di Derrickson - per la prima volta al lavoro con una major e sotto il tutoraggio di Jerry Bruckheimer (sic!) - pare svogliata.
Eric Bana (è il detective) ed Edgar Ramirez (l'esorcista sui generis) avrebbero anche la faccia giusta, ma non paiono molto convinti dell'impresa e risultano perciò assai poco convincenti.