Anche i meno ortodossi dei dizionari di genere omettono i "chocolat movies". Eppure c'è tutto un filone che si nutre dell'amato derivato. Chocolat, La fabbrica di cioccolato, Grazie per la cioccolata, Fragola e cioccolato, gli esempi facili. Incontrovertibili i benefici. Trattasi perlopiù di esperimenti riusciti. Come a dire: il cioccolato fa bene al cuore... e al cinema. Un precetto che l'esordiente Cupellini deve aver bene assimilato, tanto da titolare il proprio debutto sul grande schermo Lezioni di cioccolato. Fuor d'ironia: Mattia è un geometra ambizioso e senza scrupoli, il cui motto è "il massimo guadagno al minor prezzo". Materiale scadente, norme di sicurezza in soffitta, operai in nero. Finchè uno di loro, l'egiziano Kemal, si fa male sul lavoro. Una doppia iattura. Per l'infortunato, che dovrà rinunciare all'agognato concorso per ottenere il diploma di cioccolataro. E per Mattia, che se vuol evitarsi una denuncia penale dovrà concorrere al posto suo...Non memorabile ma godibile, quella di Cupellini è una commedia che scivola via con estrema leggerezza, abile nell'evitare le trappole del product placement - qui ad alto potenziale invasivo -, ben scritta e recitata. Ammirevole la prima volta da protagonista di Luca Argentero, bravo a sdoppiarsi e a mantenere nei passaggi di ruolo la buffa maschera di "sbattuto dalla vita". La sorpresa è però Hassani Shapi, lo "Jedi" di Guerre Stellari, una pantomima travolgente e linguisticamente storpiata dell'immigrato, mimica clownesca e simpatica furbizia. Gag non originali ma efficaci, un pò di stanchezza che alla distanza affiora, e un finale che accontenta tutti senza cedere al sentimentalismo. Gli accenni al multiculturale e alla peggiore cultura padronale ci ricordano invece le virtù della nobile commedia italiana, che sapeva farci ridere non dimenticando il presente e le sue storpiature. Temi che il film smaltisce senza appesantirsi. Per una ricetta a base di cioccolatini, non è poco.