Lezioni di cioccolato: secondo capitolo, sempre prodotto da Cattleya e distribuito da Universal, ma con l'esordiente Alessio Maria Federici (anni di gavetta da aiuto-regista) che rimpiazza Claudio Cupellini dietro la macchina da presa.
Luca Argentero è ancora Mattia, ovvero geometra a tempo perso e “diavolo scannadonne”, mentre Hassani Shapi ha pelata lucida, nostalgie da John Travolta del Cairo (sic) e una paterna(listica) ortodossia : tra i due amici e litiganti, il cioccolato unisce, la bella figlia di Kamal, Nawal (Nabiha Akkari, già nella Bella giornata di Zalone), divide. C'è chimica, e humour: Luca Argentero conferma bravura e crescita, mettendosi agevolmente sulle spalle il peso brillante del sequel, che trova aggiuntiva vis comica nelle new entry: Angela Finocchiaro, ancora commissario dopo La banda dei Babbi Natale del Trio, e la “pippa” Vincenzo Salemme, che da non protagonista è più funzionale e ficcante rispetto ai suoi soliti one man show.
Insomma, si ride e, al netto di secche e involuzioni drammaturgiche, sono Lezioni da prendere con disinvoltura: male non fanno. Ma c'è un problema: il product placement, con Perugina ancora sull'altare, ma più invasivo del precedente, perché la sceneggiatura di Fabio Bonifacci deve fare i salti mortali per inserire i Baci bianchi, finendo per “scovare” una contraffazione che non è solo nel plot, ma di plot.
Poi, scavando tra cacao e patemi d'animo, affiorano i temi: famiglia, castità e matrimonio, sottesi all'affaire di Mattia e Nawal, sul versante destrorso, l'attenzione per le seconde generazioni su quello sinistrorso, che guarda all'immigrazione. Pralina estetica trademark Cattleya,  il ripieno è politically correct, ma il gusto?