Non è certo un caso che Carlo Virzì (fratello musicista di Paolo) abbia scelto gli anni '80 per ambientare la sua opera prima. Non solo perché L'estate del mio primo bacio è tratto dal romanzo semi-autobiografico Adelmo torna da me della scrittrice Teresa Ciabatti, ma anche perché sarebbe stato più difficile raccontare la storia di una tredicenne di oggi che, con lo stesso incanto e lo stesso candore della sua Camilla, sogna di posare per la prima volta le labbra su quelle di un ragazzo. Camilla (la straordinaria Gabriella Belisario) è una ricca ragazzina di città, con una mamma cronicamente depressa (Laura Morante), un padre (Andrea Renzi) che ha un'amante molto più giovane di lui (Regina Orioli), una tata che le fa da nonna e confidente e delle amiche frivole e  viziate. Quando arriva sull'Argentario per trascorrere le vacanze nell'enorme villa di famiglia, decide che quella sarà l'estate in cui finalmente darà il suo primo bacio. E sceglie Adelmo (Jacopo Petrini), un diciassettenne taciturno e di umili origini incaricato di tenere pulita la sua piscina. Per far colpo su di lui finge di essere più grande, si atteggia a femme fatale sorseggiando succhi di frutta e dispensa sguardi languidi da un materassino a forma di coccodrillo. L'estate del mio primo bacio è una commedia ironica e nostalgica su come eravamo quando il telefonino era un miraggio fantascientifico e per dire "mi piaci" a un ragazzo ci si affidava a un bigliettino anonimo o a un'amica compiacente. Ma c'è dell'altro. Attraverso gli occhi di Camilla, e nella contrapposizione tra il suo mondo e quello di Adelmo, il regista getta uno sguardo su un'Italia che ancora non aveva perso la propria innocenza. Il candore di Camilla è quello del Bel Paese prima di conoscere Tangentopoli. E come Camilla, anche l'Italia alla fine non sarà più la stessa.