Tratto dal bestseller di Jean-Christophe Grangé, L'eletto (in originale Il Consiglio di Pietra), è una storia sospesa a metà tra mondo reale e sovrannaturale. Laura Siprien, in un crescendo di eventi inspiegabili, comprende che la vita del figlio adottivo di origine mongola Liu-San è in pericolo e, suo malgrado, nasconde un minaccioso segreto. Al punto che la madre non sa più di chi fidarsi e da chi doversi difendere. La trama si sviluppa in maniera faticosa e non bastano le varianti esoteriche, gli splendidi paesaggi della Mongolia e le scene al limite dello splatter a risollevare le sorti di un film piuttosto involuto. In tutto ciò la cosa migliore è proprio Monica Bellucci, protagonista assoluta della storia, che interpreta il suo ruolo con sobrietà e misura. È risaputo che l'attrice, trapiantata in Francia, si trova molto più a suo agio a recitare in lingua francese che non in italiano, dovendosi in quel caso preoccupare troppo dell'accento umbro, per la precisione tifernate (che non è quello della fantastica imitazione di Gabriella Germani). Stona un po', quasi disturba, l'espediente che viene trovato per farcela vedere come mamma l'ha fatta, quasi che un suo nudo integrale, per motivi di box office, sia dovuto per contratto. Nel film c'è anche Catherine Deneuve, e vedere le due attrici, una di fronte all'altra, ci spinge ad esaltare ancora una volta la democraticità del mezzo cinematografico.