E dopo i film tratti dai fumetti venne l'ora dei cartoon tratti dai comics. A prima vista non sembrerebbe una gran novità: basta pensare a Krazy Kat, o Popeye/Braccio di Ferro (Mickey Mouse/Topolino nasce, invece, prima al cinema e poi passa ai fumetti) per trovare antenati illustri di quest'operazione. Oggi però è cambiato qualcosa: se finora i passaggi da un genere all'altro erano accomunati dall'approccio grafico decisamente semplificato e tondeggiante (in tempi più recenti anche Asterix ha perso molti dettagli diventando un cartoon) c'è chi ha avuto il coraggio di animare "l'inanimabile", un segno nato per vivere solo sulla carta, con personaggi che contravvengono non solo ogni regola anatomica, ma anche quelle deformazioni convenzionalmente accettate nei cartoons. L'operazione nasce grazie al talento di Sylvain Chomet (classe 1963) che, dopo diversi anni di lavoro esclusivo come fumettista, avvia nel 1991 il suo primo progetto animato: il cortometraggio The Old Lady and the Pigeons (26 minuti di durata), che completerà solo tra il 1995 e il 1996, ottenendo anche una candidatura ai César e agli Oscar. A Chomet ci vogliono poi cinque anni per realizzare Les Triplettes de Belleville (letteralmente Le tre gemelle di Belleville) il suo lungometraggio animato d'esordio, uscito in Italia con il titolo Appuntamento a Belleville. Il cartoon è stato presentato quest'anno fuori concorso nella selezione ufficiale del Festival Internazionale del Cinema di Cannes e poi in quello del Cinema d'Animazione d'Annecy, in una proiezione seguita da una standing ovation di oltre venti minuti e segna una svolta importante nel panorama internazionale d'animazione. Raccontando, infatti, un improbabile giallo che si svolge tra il Tour de France e una megalopoli immaginaria, Chomet ha sceneggiato e diretto, curandone anche il design e lo storyboard, un film che sfonda il muro del dominio delle major di Hollywood nell'animazione, creando la più improbabile eroina mai vista al cinema: Madame Souza, volitiva vecchietta portoghese che, nonostante gli occhiali spessi come fondi di bottiglia e un piede torto, che la costringe a calzare una gigantesca scarpa ortopedica, diventa l'inflessibile allenatrice sportiva del suo nipotino Champion, trasformandolo in un asso del pedale. Il tutto in un'opera dal segno raffinato, tanto "adulta" da potersi permettere citazioni perlomeno insolite per un cartoon, come le apparizioni sullo schermo dei cloni animati di Charles Trénet, Django Reinhardt, Jacques Tati, Fred Astaire e Josephine Baker.