Nella botte piccola c'è il vino buono. E' il caso dell'Amore inatteso, film esile e lieve (distribuito da Microcinema) con un vino - il vino della Santa Comunione – squisitamente dolce.
Diretto da Anne Giafferi, autobiografico, tratto dal memoir del marito (Catholique anonyme di Thierry Bizot), vale una doppia testimonianza: prova che la Grazia è un dono e il cinema, specie senza soldi né effetti, può fare miracoli. E' la storia di una conversione in punta di piedi, di un evento straordinario incastonato nella normalità del quotidiano, senza clamori. Il fortuito imbattersi di Antoine, un avvocato senza certezze, nel crocifisso di una chiesetta di montagna. Momento appena accennato, quasi insignificante.E nulla sembra succedere pure quando, invitato dall'insegnante del figlio, l'uomo accetta di partecipare a un incontro di catechesi. E nemmeno dopo, quando a casa deve difendersi dalle ironie della scettica moglie.
Dio è modesto, fa capolino senza cerimonie, non risolve i problemi, non concede favori. La sua buona novella resta silenziosamente annunciata, serbata, nel cuore.
Tutto ciò che sappiamo lo dice Antoine: mi sento amato. Accettarlo resta un atto di fede. Del film invece non dubitate: vedere per credere.