Oramai i fratellastri Coen non si sa più come prenderli. Se li si taccia di aver alleggerito l'impianto linguistico che li aveva caratterizzati come sottili suggeritori di cinema americano, fuori dall'omologazione del sistema, si rischia di essere esteti ad oltranza. Perché alla fine anche in Ladykillers ogni inquadratura è congegnata per mostrare la perfezione dello sguardo, l'assoluta padronanza del mezzo. Se invece li si accusa di essersi scollegati da un, seppur minimo, riferimento socio-politico sottotestuale (si veda Fratello, dove sei? o Fargo) si fa la figura di quelli che leggono, in filigrana, cose che non sono state nemmeno lontanamente pensate. Prendiamo questo remake del film diretto nel 1955 da Alexander Mackendrick e interpretato da Alec Guinness e Peter Sellers,  una classica commedia Ealing Studios, dove un distinto signore prendeva in affitto un appartamento da una vecchietta e, con la copertura delle prove di concerto per ottoni, progettava la rapina in una banca lì vicino. Ecco, i Coen adottano il registro farsesco riproducendo lo schema narrativo di base e rielaborando completamente la composizione dei caratteri in scena. Fanno così deludentemente capolino il ragazzo di colore che si esprime con uno slang da ghetto, la rapina al market che finisce a dita nel naso, ecc...  Insomma, una zoppicante verosimiglianza del reale che non conduce a nulla se non ad arditi giochi di parole e a gag comiche estremamente usurate, più simili al disfacimento dell'Allen di Criminali da strapazzo che a felici incursioni burlesche nei film da rapina, modello Bandits di Levinson. Dittatorialmente, i Coen, più che mostrare un marchio, impongono un ritmo, più che creare una struttura stilisticamente riconoscibile (che per carità, c'è eccome), prevaricano il piacere del testo obbligandoti a svolte di senso che si mangiano l'anima del film. Un'anima che, in quei cori gospel riarrangiati da Carter Burwell con punte di sincopi hip-hop e in quella untuosa e compunta recitazione di Tom Hanks, vorrebbe uscire allo scoperto, vorrebbe viaggiare in libertà in un cinema coeniano sempre più sovraccarico di compromessi commerciali e di significato. Figlio minore, lontano parente, de L'uomo che non c'era o de Il grande Lebowski.