Non l'amore tra due partner, ma lo splendido, difficile, doloroso rapporto tra una madre e i suoi due figli, fratello e sorella (gli esordienti Giacomo Bibbiani e Aurora Frasca, poi Francesco Rapalino e Giulia Burgalassi, infine Valerio Mastandrea e Claudia Pandolfi) che impareranno a ritrovarsi per stringersi intorno a quella donna, oggi malata, capace di donare il proprio amore anche solo con un sorriso. Dall'elezione a "mamma più bella" nell'estate del '71 ai giorni nostri, attraverso avventure e peripezie di ogni tipo, con Livorno a far da sfondo alle vicende di Anna Nigiotti in Michelucci (Micaela Ramazzotti / Stefania Sandrelli, perfette nel continuo andirivieni dei tempi e degli avvenimenti narrati), bellissima e vitale, ingenua e a tratti frivola al limite dell'imbarazzante. Il merito più grande di Paolo Virzì – tornato per l'occasione nella sua città natale – è proprio quello di saper raccontare questa donna (cacciata dal marito geloso, girovaga senza meta ma con i due bambini sempre con sé, per un attimo illusa dalle lusinghe del cinematografo, poi lettrice di varie riviste gossip e telespettatrice aggiornata) senza alcun tipo di spocchia snobistica o eccedendo nello scherno, ma semplicemente "amandola", allo stesso modo di tutti i vari personaggi del film (figli di un casting di primissimo livello), ognuno dei quali ricco di sfumature e spessore, con il ruolo forse più delicato affidato ad un Valerio Mastandrea "anaffettivo" e "tossico" che, da principio controvoglia, dovrà far ritorno da Milano per raggiungere l'odiata/amata città di un'infanzia/adolescenza trascorsa ad amare/odiare la propria mamma. Impreziosito dall'enorme lavoro sulla fotografia di Nicola Pecorini, dal montaggio dell'esordiente Simone Manetti, dalle musiche originali di Carlo Virzì (fratello di Paolo) intrecciate ad indimenticabili canzoni dell'epoca (da La prima cosa bella che dà il titolo al film a L'eternità, passando per L'ora dell'amore e L'immensità) e - come detto - dall'interpretazione corale di un gruppo di protagonisti straordinari, il film del regista toscano, capace di divertire e commuovere come non accadeva da tempo nel nostro cinema, è La prima cosa davvero bella made in Italy in questo 2010. Da non perdere.