Dopo aver risolto il mistero della "Pantera Rosa", il diamante scomparso nel primo episodio, ed aver soffiato sotto il naso all'ispettore capo Dreyfus la medaglia d'onore, il disastroso ispettore Clouseau (Steve Martin) torna in azione, insieme al suo assistente Ponton (Jean Reno), per fermare "il Tornado", un elusivo maestro del furto sulle cui tracce vengono sguinzagliati i più valenti detective del pianeta. Clouseau non perderà occasione di combinare lungo il percorso la sua giusta dose di guai, mettersi in ridicolo e ridicolizzare la Francia intera. Nel frattempo, l'ispettore rischierà anche di perdere la sua dolce assistente Nicole (Emily Mortimer), che un seducente latin lover con il volto di Andy Garcia vorrebbe far sua. Ma, come si sa, a Hollywood tutto è bene quel che finisce bene... Dopo aver diretto il remake del 2006, intitolato semplicemente La Pantera Rosa, Shawn Levy produce questo sequel mettendo al timone il norvegese Harald Zwart. L'ennesima crociera in rosa, targata come sempre Metro-Goldwyn-Mayer, è tutt'altro che entusiasmante, ma vista la qualità già deprimente del primo remake di tre anni fa, sarebbe stato difficile fare di peggio. Cosa c'è che non va? Il protagonista, prima di tutto e soprattutto. Il Clouseau di Steve Martin, rispetto all'ispettore cui Peter Sellers diede vita nei film di Blake Edwards degli anni '60, tira fin quasi al punto di rottura gli elastici della mimica, dell'andatura, della gesticolazione, dell'accento francese... Ma a che pro? Il Clouseau originale era una sorta di don Chisciotte in lotta perenne contro la struttura stessa della realtà, consapevole che gli oggetti e le leggi fisiche sarebbero sempre stati suoi nemici, e affrontava quindi il mondo con una rassegnazione dignitosa, che gli conferiva credibilità e spessore umano. Quello di Steve Martin è invece un personaggio totalmente inconsapevole della propria goffaggine, strapieno di sé. Nel Clouseau di Peter Sellers gli spettatori, chi più chi meno, si riconoscevano: ridendo di lui, ridevano anche un po' di se stessi. Il Clouseau di Steve Martin è solo un pagliaccio di carta da sbeffeggiare, esposto al pubblico ludibrio. "A Peter... il solo ed unico ispettore Clouseau", si legge nei titoli di testa di Sulle orme della Pantera Rosa, il sesto film della serie originale di Blake Edwards, nel 1982, a due anni dalla morte dell'attore. Oggi più che mai l'epigrafe riecheggia valida e necessaria. Ma forse, ogni epoca ha i Clouseau che si merita.