L'horror non sbava per le novità. Può non sorprendere e suscitare nondimeno spavento.

Alla paura serve il “come”, non il “che cosa”. Il buio che cela la minaccia, non la minaccia.

Così è la ghost-story che Muschietti dirige fiabescamente à la Del Toro (produttore), derivativa sì ma capace di suggestionare grazie a pochi, vecchi trucchi che usa con sagacia.

Film tutto atmosfere. E psicoanalitico e un tantino manierista. Ma che importa? Ne La madre c'è un momento che citiamo a riprova delle sue virtù: siamo nella casa che Annabel e Lucas (gli ottimi Jessica Chastain e Nikolaj Coster-Waldau) condividono con le due nipotine dell'uomo, ritrovate cinque anni dopo la loro misteriosa scomparsa. La più piccola delle due, Lilly, sta giocando con qualcuno nella cameretta. Riteniamo sia l'altra, la più grande, ma non ne abbiamo la certezza: la scena è ripresa dal di fuori e la porta socchiusa copre metà della visuale.

Poi di colpo la mdp sterza a sinistra e mostra la sorella maggiore fuori dall'azione, mentre gli allegri schiamazzi provenienti dalla stanza vengono progressivamente coperti da un gracidio sinistro.

Pelle d'oca e attesa, ma non succederà nient'altro. Questo è un film cui basta un brivido. E chi s'accontenta, trema.