Dal bestseller omonimo di Jodi Picoult (2004), ecco La custode di mia sorella, vita, morte e dolori della famiglia Fitzgerald. Portata sullo schermo da Nick Cassavetes, la saga ha per protagoniste le due sorelle: la teenager Kate (Sofia Vassilieva), che colpita dalla leucemia in tenera età continua a fare dentro e fuori dagli ospedali, e l'undicenne Anna (Abigail Breslin, la baby-star di Little Miss Sunshine), concepita in vitro quale "officina ricambi" per Kate: sangue, midollo spinale e altre risorse organiche. Ma Anna non ci sta e va da un avvocato (Alec Baldwin) per perseguire la “medical emancipation”, che la libererà dall'obbligo di donare alla sorella: papà Brian (Jason Patric) e soprattutto mamma Sara (Cameron Diaz), interamente devota a Kate, non la prenderanno bene… La storia non è male, anzi, offre più di un sentiero morale, filosofico e scientifico nel territorio caldo della bioetica, di cui il regista di John Q. non dovrebbe essere a digiuno. Ma sono solo interessanti appigli che il film fa di tutto per eludere, percorrendo un'unica via: la Via Crucis di lacrime, sangue e ancora lacrime, a uso e consumo di kleenex. Un'occasione sprecata a tavolino, che conferma la mediocrità di Cassavetes: preso sotto custodia da tutto, fuorché il Cinema.