La vita è mutamento e trasformazione. E’ quello che ci racconta La conversione, docufilm diretto da Giovanni Meola, presentato in anteprima alla XIX edizione del RIFF e visibile in streaming su Mymovies fino all’8 dicembre, attraverso la storia, anzi le storie di Vincenzo Imperatore e Peppe De Vincentis.

Il primo ex manager bancario (ora consulente contro gli abusi delle banche), prima “gola profonda” del sistema finanziario italiano, che nel 2014 con il suo libro rivelazione Io so e ho le prove (edito da Chiarelettere e venduto in migliaia di copie) illuminò le tenebre di ventidue anni spesi al servizio della banca più importante del Paese: il Credito italiano, poi Unicredit.

Il secondo ex rapinatore di banche (ora drammaturgo e attore), anni di galera alle spalle, e anche un periodo dentro il manicomio giudiziario, nel 2013 scrisse la sua autobiografia Il campo del male (Tullio Pironti Editore) nella quale raccontò la sua vita da detenuto, “femmaiuolo” (“mi piacevano le femmine”), “mariolo” (“scavavo in terra facevo un buco e passavo dentro il negozio”), cocainomane (“cominciai con un grammo e finii che non sapevo più quanta ne consumavo”) e “incannaruto di soldi” (“così si dice a Napoli, in italiano si dice esoso”).

L’uno dentro le banche, l’altro fuori, Vincenzo e Peppe sono due facce della stessa medaglia e della stessa Napoli, accomunati dalla scrittura come forma di espiazione per le colpe commesse. Peppe ha cominciato a scrivere per una presa di coscienza (“volevo mettere su carta tutto quello che avevo fatto senza nascondermi più”), Vincenzo, più o meno per lo stesso motivo, voleva denunciare tutto quello che aveva visto, vissuto e fatto in quei famosi vent’anni.

Un biopic, a tratti inchiesta e a tratti formula teatrale, con le musiche di Daniela Esposito, che racconta due storie di redenzione, anzi di conversione, e di cambiamento fotografandole nel passaggio da un passato criminale verso un futuro di rinascita.