Un mondo dove gli esseri umani viaggiano fianco a fianco con la loro anima, il daimon, spirito che per ognuno assume diverse sembianze animali. Dove le streghe dominano i cieli del nord e gli orsi polari sono invincibili guerrieri. A governare il destino degli uomini, l'istituzione oscurantista del Magisterium, ora chiamato ad affrontare la minaccia data dall'ultimo aletiometro esistente, la bussola d'oro, e dall'unica ragazzina in grado di leggerne i segnali, viatico per la Verità delle cose. Tratto dal primo libro della celebre trilogia di Philip Pullman (Queste oscure materie, 14 milioni di copie nel mondo), La bussola d'oro arriva in Italia dopo le molte polemiche che hanno accompagnato la presunta ottica anticristiana del romanzo di partenza: smarcato abilmente il problema (a dire il vero già risolto in Gran Bretagna, dove l'Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, in un confronto con lo stesso autore, ha evidenziato il fatto che gli attacchi di Pullman si concentrano sui vincoli dogmatici e sull'uso della religione come strumento di oppressione, non sul cristianesimo stesso) - riferendosi al Magisterium senza connotarlo in nessun altro modo - Chris Weitz (regista di About a Boy) costruisce un viaggio fantastico, dal budget di 180 milioni di dollari, servendosi di personaggi animati digitalmente (alcune sequenze con i giganteschi orsi tolgono il fiato) e attori di prima grandezza (Daniel Craig, ricercatore illuminato, è lo zio della protagonista, Nicole Kidman la perfida Marisa Coulter, Eva Green strega sensuale, poi mostri sacri come Derek Jacobi, Christopher Lee e Sam Elliott) ad affiancare o contrastare la debuttante Dakota Blue Richards, nel film Lyra Belacqua, bambina nelle cui mani è affidato il destino della conoscenza umana, chiamata ad interrompere il terribile esercizio della divisione dai daimon operata dal Magisterium sui bambini. Spettacolare e vagamente nostalgico (il primo pensiero, a vent'anni di distanza, va a La storia fantastica di Rob Reiner), non proprio adatto ad un pubblico di under 12 per alcune scene abbastanza violente (come la battaglia verso il finale), La bussola d'oro si interrompe forse sul più bello, lasciando ovviamente aperto ogni spiraglio per gli altri due capitoli della trilogia: La lama sottile e Il cannocchiale d'ambra.