Il Natale? Non va in Sudafrica (il cinepanettone Filmauro), non sale sull'altare (A Natale mi sposo, con Boldi) e non raglia (La bellezza del somaro…), dunque, che fa? Fa gruppo, anzi, banda: La banda dei Babbi Natale Aldo, Giovanni e Giacomo, che ritroviamo sotto l'albero in gran forma, grazie alla new entry in regia, Paolo Genovese.
Fresco di “divorzio” da Luca Miniero, che in solitaria ha sfondato quota 30 milioni con Benvenuti al Sud, Genovese garantisce forma e sostanza al racconto, scansione narrativa e ritmo drammaturgico, esaltando le gag del trio, ovvero calandole e “diluendole” in un storia tout court.
Vigilia di Natale, esterno notte: che ci fanno Aldo, Giovanni e Giacomo su un cornicione vestiti da Babbi? Chissà, ma le apparenze non sono innocenti e i tre finiscono in questura. Interrogati dall'ispettore Angela Finocchiaro, a verbale mettono le loro vite più o meno incasinate: Aldo scommette “contro” la disoccupazione; il veterinario di dubbie fortune Giovanni è formato famiglia, ma al plurale; il medico Giacomo (soprav)vive nel ricordo della moglie scomparsa. Scocca la mezzanotte: verranno rilasciati o finiranno dietro le sbarre?
La risposta è (commedia) brillante, tutta da ridere e - di questi tempi è tutt'altro che scontato - senza temere il giudizio del vicino di poltrona: se per l'homevideo il Natale rimane il più bel giorno dell'anno, la suocera Mara Maionchi, la carina e maliziosa Sara D'Amario e Nostra Signora della Musica Mina - in colonna sonora con 4 brani inediti - aiutano il Trio a non conciarci per le Feste.