L'agente segreto di Sua Maestà britannica Johnny English (Rowan Atkinson) viene richiamato per una missione che soltanto lui può portare a termine: salvare il Primo Ministro cinese da un imminente attentato. Per il maldestro agente è l'occasione di lavare l'onta del proprio precedente, disastroso, intervento in quel di Mogadiscio.
Rintanarsi da qualche parte, in Asia, per un durissimo addestramento fisico e mentale, ha trasformato English in uomo saggio (in teoria…) ma non lo metterà al riparo da quel che, da sempre, sa far meglio: trovarsi in situazioni assurde, sbagliare tutte le mosse, combinare disastri assortiti.
Atkinson prende ancora una volta le distanze da Mr. Bean, pur trattenendo dal personaggio che l'ha reso celebre l'attitudine alla gag fisica e un certo gusto dell'assurdo. Parker, dal canto suo, fa quel che può dirigendo una classica sceneggiatura da commedia, che a momenti davvero divertenti ne alterna però altri che, purtroppo, girano a vuoto. Di buono c'è che la facile via della parodia del film di spionaggio non è stata intrapresa in toto, di così così c'è un ibrido tra i generi (spionaggio, azione, un po' di thriller, commedia) che rischia di soddisfare fino a un certo punto.