Joe Strummer vive. Il frontman del gruppo punk rock The Clash, scomparso 50enne il 22 dicembre 2002, è protagonista di Il futuro non è scritto - Joe Strummer diretto dall'inglese Julien Temple. Nato per far conoscere le sue idee ai 17enni che oggi non sanno chi sia, The Future Is Unwritten è "una veglia per accompagnarlo al suo eterno riposo", confessa Temple. Già assiduo collaboratore dei Sex Pistols, portati sullo schermo con Oscenità e furore, e più in generale legato a doppio filo al mondo musicale (Glastonbury), il filmaker si è ispirato al programma radiofonico di Strummer London Calling, che dal '98 al 2002 tenne sintonizzati 40 milioni di ascoltatori su BBC World Service, e sui suoi leggendari falò a Strummerville. Risultato? Un rock-doc raccontato attorno al fuoco dagli amici di Joe, tra cui lo stesso regista, che per primo ha avuto accesso agli archivi personali del musicista. Basso continuo rock, folk, reggae, cumbia, bhangra, dub, rap e gli altri generi esplorati dal poliedrico Strummer, il film è scandito dalle "hit" dei Clash, come Rock the Casbah - che finì scritta su una bomba Usa in Iraq, con sommo dispiacere di Strummer - e Should I Stay or Should I Go?, e poi dei Mescaleros. In primo piano, non solo il musicista, ma anche l'attore, il regista e il pensatore, grazie ad animazioni, vignette, disegni, quadri, appunti di suo pugno, nonché scene dalla Fattoria degli animali e 1984, cari allo Strummer che odiava il Grande Fratello e quel Tony Blair che ha riempito l'Inghilterra di telecamere a circuito chiuso. Tra chi lo ricorda non mancano le celebrità: Jim Jarmusch e John Cusack, che con Strummer divisero il set, Martin Scorsese (Toro scatenato deve tanto ai Clash, ipse dixit), Johnny Depp (straniante nei panni di Jack Sparrow) e Bono, confessi debitori della creatività di Joe. Indubbio punto di forza, Il futuro non è scritto evita l'agiografia per fornire di Strummer un ritratto sincero, senza occultarne depressione, fuga, inquietudine e miserie, con un sottotesto che stride con il maledettismo romantico dei recenti Kurt Cobain e Joy Division cinematografici. L'uomo dietro l'artista, sintetizzeremmo con una frase fatta, ma davvero - ricorda Temple - quello di Strummer e Johnny Rotten (Sex Pistols) fu "il punk che esaltò l'uomo, che rivoluzionò il panorama musicale per distogliere i giovani dalla fredda ammirazione delle star". Punk is (not) dead.