Il cinema muscolare di Tom Cruise non accenna a sgonfiarsi. Non invecchia, sta al passo coi tempi, e mantiene quella vena fracassona che ancora intriga le nuove generazioni. E pensare che il sex symbol di Cuori Selvaggi ha ormai 54 anni e tre matrimoni naufragati, ma sembra inossidabile. Salta da un tetto all’altro, picchia come un fabbro, e stupisce con gesta mirabolanti. Ogni tanto si cambia la maglietta e distrugge la prima macchina che si trova a tiro: l’eterno Ethan Hunt è duro a morire.

Il secondo capitolo della saga di Jack Reacher è servito. L’ex plurimedagliato maggiore degli Stati Uniti ha uno spirito irrequieto, e si trastulla in autostop e motel di bassa lega. Non vuole farsi trovare da nessuno, e non ha sopito la sua vecchia indole da giustiziere della notte. Nel tempo libero protegge i deboli e fa tremare i cattivi, perché in fondo il suo spirito da boyscout non l’ha mai perso. Questa volta dovrà fermare un losco traffico d’armi in Medio Oriente, salvare una damigella in pericolo, e confrontarsi con una presunta paternità. Missione impossibile? No. Quando Tom Cruise incontra Jack Reacher, anche Ia regina d’Aquitania del famoso Il leone d’inverno comincia a fidarsi del mondo.

Edward Zwick è un regista che ama le storie esplosive. Ha diretto Blood Diamond con Leonardo Di Caprio e Defiance – I giorni del coraggio con Daniel Craig, senza dimenticare la sua precedente collaborazione con Tom Cruise ne L’ultimo samurai. I grandi eroi e le audaci imprese sono all’ordine del giorno, in ogni film si diletta con scariche di effetti speciali e corse a perdifiato. Zwick raccoglie il testimone lasciato da Christopher McQuarrie per Jack Reacher – La prova decisiva e si immerge nel mondo di Lee Child, autore della celebre saga che pare destinata a durare ancora per molto.

Jack Reacher – Punto di non ritorno è un one man show che spinge l’acceleratore dell’azione fine a se stessa. Tom Cruise veste i panni di un personaggio inverosimile, che con le sue bizzarrie riesce a essere anche simpatico. È un superuomo solitario nemico dell’inerzia, che però, rispetto alla sua prima avventura, ora dovrà confrontarsi con un nemico molto più agguerrito: i sentimenti. Jack Reacher questa volta si tinge di rosa nella notte delle congiure americane, con due new entry femminili pronte a difendere i diritti del gentil sesso.

La mancanza di Robert Duvall è pesante, e non c’è l’insolito cameo di Werner Herzog. Ma, rispetto al film precedente, il regista smorza un po’ i toni. Le scene d’azione non ricordano più Commando con Schwarzenegger, e cercano di non sembrare troppo esagerate. I cantieri edili non saranno distrutti a suon di esplosioni, e gli unici a rischiare saranno i cattivi di turno.

Jack Reacher – Punto di non ritorno è un action movie adrenalinico dalla bella confezione. Evita inutili ironie e preferisce prendersi sul serio, forse fin troppo. Il divertimento è assicurato per una platea che cerca due ore di svago, mentre i palati più fini rimarranno a bocc’asciutta. Tremate malvagi, che Jack Reacher è tornato!